Gabriele Reneé Hashemi Zadeh e il tempo dell’Academy

C’è chi sostiene che il tempo non vada misurato in ore o minuti ma in trasformazioni. E chi di questa considerazione ne ha fatto un pensiero-guida, un faro per illuminare un percorso di crescita: Gabriele Reneé Hashemi Zadeh alla Malossi Racing Academy sta confrontandosi proprio con questo, “con un cammino – racconta il diciannovenne di Riozzo, provincia milanese – di grandi cambiamenti.” Fatto di trasferte, prove, soddisfazioni e qualche inciampo.
Di evoluzioni, in ogni senso, in ogni campo. “A cominciare da quello relazionale: in Academy sto imparando a condividere, a vivere in gruppo. Una condizione per me non sempre facile che qui, invece, è diventata una (mia nuova) dimensione, resa possibile dal fatto che parliamo la stessa lingua. Un codice comune che permette di comprendersi e di supportarsi in ogni situazione, soprattutto se avversa.”

Come quando al primo appuntamento sul circuito di Modena si schiera anche la pioggia “a rovinare ogni mio piano mettendomi in difficoltà. Non ero pronto ad affrontare la coppia pista+acqua tanto da uscirne frastornato anche se ora, con il senno di poi, posso dire che quel primo impatto, quasi traumatico, sarà decisivo per il mio percorso. A quella prima prova risponderò, nella successiva di Magione, con due gare tiratissime, lottando in testa al gruppo per alzare una coppa dal secondo gradino del podio di giornata.”
Una vera rivoluzione per Gabriele più incline, nella vita, alla leva del freno che alla manopola dell’acceleratore. “Non sono un tipo che si butta facilmente e anche in pista, se ci penso, il momento della frenata, quella sensazione di rimanere sospeso fino al gas successivo, è quello che più mi piace.” Anche se qualcosa sta cambiando, pur senza fretta. “Ho bisogno di darmi tempo e far maturare ogni cosa.”

Come gli ha insegnato il fine settimana di Varano de’ Melegari “quando dopo aver firmato il miglior tempo in qualifica e conquistato la pole position le conseguenze di una caduta mi impedivano di prender parte alla gara.” E come coach Max Verderosa ha raccomandato più volte, ricordandogli quanto non sia indispensabile dare l’anima in qualifica ma preferibile una posizione più arretrata in griglia per recuperare poi in gara.
Ma il tempo non è un nastro che si può riavvolgere e riscrivere. Per questo ora, forte di quella lezione impartita e degli esercizi raccomandati dai coach che lo aspettano durante la pausa estiva, attende l’ultima prova di verifica fissata per fine settembre a Vallelunga. Il vero banco di prova che gli permetterà di testarsi, prima di tutto, e di constatare quanto quel cammino e quelle rivoluzioni lo abbiano cambiato.

E chissà se la notte della vigilia anziché “mettere in pausa i film mentali come accaduto prima della prima a Modena per non esagerare e crearmi troppe aspettative” lascerà il freno per dare un colpo di acceleratore ai suoi sogni. Verso quel futuro, professionale, che vorrebbe in tuta, casco e pista. “E se la cattiva notizia è che il tempo vola, quella buona è che il pilota sei tu!” dicono. Mentre l’altra è che “comunque vada – conclude Gabriele – la Malossi Racing Academy rimarrà, per me, il primo vero gradino del trampolino di lancio.”
Di Emanuela Macrì
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